Gli Alburni

Il paesaggio aspro e panoramico dei Monti Alburni ne fa una destinazione popolare per attività all’aria aperta come escursionismo, trekking ed esplorazione della natura. Il Parco offre vari sentieri che permettono ai visitatori di esplorare le bellezze naturali della regione.

I Monti Alburni, con la loro combinazione di bellezza naturale e significato culturale, attirano sia gli amanti della natura, sia coloro che sono interessati alla storia e al patrimonio.

Guardando verso gli Alburni, dalla valle del Sele, si può scorgere un volto dalle sembianze umane. E man mano che si avvicina, puoi quasi sentire il respiro della terra. Una leggenda narra che lì ci sia un Titano addormentato, per volere del dio dei mari Poseidone. La continua lotta tra Zeus e i Titani, che si opponevano al potere del dio, raggiunse il suo apice quando i Ciclopi fabbricarono il Fulmine, l’elmo dell’invisibilità e il Tridente. I titani sconfitti si rifugiarono sulle montagne e il dio dei mari, fratello di Zeus, li trasformò in pietra. Ecco perché se osservi i monti Alburni ti sembra di vedere un volto addormentato.
Le bianche rocce calcaree presentano numerosi sentieri e diversi luoghi ancora inesplorati. Per il grande poeta Virgilio gli Alburni furono rifugio e ispirazione, pare che si recasse spesso sui monti, dove cominciò a scrivere le Bucoliche e le Georgiche: “Tra i boschi del Sele, e i fitti querceti dell’Alburno, vive in grandi sciami un insetto che i Romani chiamavano “assillo”, e i Greci “estrus”; aggressivo, con il suo ronzio fastidioso terrorizza e disperde interi branchi di animali in fuga nei boschi; un fragore di muggiti flagella l’aria, le foreste e le sponde dell’arido Tànagro”.